Nelle sale dal: 09/04/2010
Voto: 7,5
Recensione di: Stefano Priori
L’aggettivo ideale: Suggestivo
The ghost writer, ovvero l’uomo nell’ombra, si mostra sotto pregevoli e diverse attrattive. L’ambientazione suggestiva del luogo in cui avviene il film, l’isola, la casa, il faro , il mare, in cui vivono l’ex primo ministro britannico e il suo entourage.
La scelta della fotografia, dimostra subito nei suoi blu e poi nei grigi, un carattere assoluto di qualità dell’immagine. La scena ambientata nella stanza, dove si decide di assumere il giovane scrittore è composta di stacchi in sovrapposizione semplici e precisi, nella loro costruzione.
Si può dire davvero, ecco come si gira un film. Misurata ed efficace, l’uso dell’inquadratura dal basso nella sua composizione formale. La storia parla di un giovane scrittore che viene ingaggiato, per riscrivere la biografia dell’ex primo ministro, sulla base di un manoscritto, redatto da un biografo, morto qualche settimana prima misteriosamente. In coincidenza con l’arrivo del giovane scrittore sull’isola, monta una bufera politica riguardo all’uso di torture, compiute nei confronti di estremisti islamici, che coinvolge l’ex primo ministro. L’ex primo ministro morirà colpito a morte e la biografia andrà in stampa.
Nel finale, alla presentazione del libro, in uno sgabuzzino, il giovane scrittore, in modo intuitivo, scoprirà un complotto con la CIA, sulla base del manoscritto. Sarà una carrellata finale, infinita e meravigliosa, con il passaggio di mano in mano tra la gente, di un biglietto destinato a Ruth, la moglie dell’ex primo ministro, che sta parlando sul palco, a chiudere la scena. Ruth leggerà il biglietto, conoscendone già la portata, forse.
Scoperta inutile dunque, che detta un ultimo tentativo del giovane scrittore, lo scappare per strada col manoscritto in braccio. Perso un taxi, sarà investito di prepotenza da un ‘auto e con lui, si perderà la presunta verità.
Paradossalmente, in sé il film non dice nulla di interessante con la sua storia.Cioè se la verità sia realistica oppure no, nel legame CIA politica. Vi è un punto però, il protagonista cerca in internet delle informazioni importanti. Ciò fa riflettere sul fatto, che se davvero la rete fosse libera, potrebbe essere usata come fonte di notizia attendibile in tempo reale.
Quanto alla bravura del protagonista è indiscussa, ma in generale quella di tutti gli attori, che rendono credibile il palcoscenico. Le panoramiche laterali, i campi larghi delle ottiche, la determinazione formale del film è affascinante. Non ci sono scoperte di omicidi o killer, tutto avviene in silenzio, rendendo di alto livello il trattamento.
Un film scenografico senza violenza, dove ogni minimo dettaglio attoriale, ricorda molto lo stile di Antonioni.
Grazie maestro Polanski per la lezione di stile, tatto e qualità tecnico artistica.